di Riccardo Bugliosi
Pubblicato il 09/11/2018
Benvenuti sulla versione web della nostra rubrica.
Il primo argomento di cui ci occupiamo è molto interessante e di stretta attualità.
Coniuga i concetti di big data e frequenza cardiaca alla tecnologia dei wearable devices.
Questi ultimi possono essere definiti come dispositivi elettronici indossabili.
Cosa sono i fitness trackers?
I più comuni wearable devices ai nostri giorni sono i fitness trackers [FT] di tipo smartwatch [SW]. Si tratta in genere di dispositivi simili ad orologi da polso che si collegano via bluetooth al proprio smartphone, pc o tablet nel quale sono residenti le app per gestirli, cioè i software specifici che permettono di visualizzare in maniera esaustiva i dati monitorati e rielaborati durante la nostra attività fisica, dinamica o a riposo). Vi ricordo che la connessione bluetooth è una tecnologia standard wireless (senza fili) per la connessione a breve distanza (pochi metri) tra dispositivi elettronici. Un classico utilizzo che facciamo di questa tecnologia sono le funzionalità viva voce via smartphone delle nostre autovetture.
Frequenza cardiaca monitorata: i risultati di uno studio
Tornando all’oggetto del nostro articolo, recentemente sono stati analizzati e pubblicati i dati relativi alla frequenza cardiaca monitorati da alcuni dei FT prodotti da una nota società (la Fitbit).
L’azienda ha raccolto ed organizzato i dati della frequenza cardiaca di 149 miliardi di ore (esatto, 149 miliardi) derivanti dall’attività di più di 10 milioni di utilizzatori in tutto il mondo. Se riflettete sulla mole di dati in oggetto cominciate a rendervi conto di cosa significa il termine big data. I risultati sinora pubblicati, frutto dell’analisi di tale quantità di informazioni, in gran parte confermano ma anche sorprendono e talvolta smentiscono alcune teorie mediche radicate sull’esercizio fisico.
Come era prevedibile viene confermata la grande importanza che riveste l’esercizio fisico per la salute del nostro cuore. I dati pubblicati sono focalizzati sulla frequenza cardiaca a riposo (FCR). Sappiamo che i valori ritenuti normali di questo parametro oscillano tra 60 e 100. Persone piuttosto attive fisicamente hanno in genere un valore minore di 60 a causa degli effetti benefici che ha l’esercizio fisico sul nostro cuore (volendo estremizzare Usain Bolt ha un valore di 33).
L’importanza di uno stile di vita sano
La FCR è un parametro cardiaco assai interessante perché è stato ampiamente correlato alla salute del sistema cardiovascolare. Sulla base di questo studio è stato possibile verificare su larga scala ciò che già sapevamo: la maggior parte di noi può abbassare la propria FCR con semplici cambiamenti dello stile di vita. Vengono raccomandati 150 minuti di esercizio fisico a settimana, almeno 7,25 ore di sonno giornaliero ed il mantenimento del BMI (Body Mass Index) nell’area salutare. Ovviamente esistono categorie di soggetti che, nonostante lo stile di vita salutare, non riescono ad avere livelli di FCR bassi per motivazioni varie ma il loro studio non rientra negli scopi del nostro articolo.
Quali sono i fattori che influiscono sulla FCR?
Analizzando il generoso data base in loro possesso (ricordate: big data) i ricercatori hanno potuto verificare l’influenza che alcuni fattori hanno sulla FCR. Veniamo al dettaglio.
Sesso
È interessante notare che selezionando le donne in relazione alla loro attività fisica è stato scoperto che tendono ad avere un valore di FCR maggiore di quello degli uomini. Ciò è stato messo in relazione al fatto che le donne hanno generalmente un cuore di dimensioni inferiori rispetto a quello maschile e ciò implica per questo organo un lavoro maggiore per garantire le esigenze del sistema cardiocircolatorio.
Età
È stato verificato che avvicinandosi alla mezza età la FCR aumenta per poi tendere a scendere negli anni seguenti. Sinora questo fenomeno non era stato osservato con così grande accuratezza dagli scienziati. Le motivazioni? Bene, sono stati chiamati in causa l’avere figli, lo stress da lavoro e da famiglia, la dieta erronea, il minore esercizio fisico, il rallentamento del metabolismo corporeo, l’aumento ponderale, i cambiamenti nella struttura muscolare del cuore. Un’altra possibile causa può essere attribuita all’utilizzo di beta bloccanti ed altri farmaci cardiologici in relazione per esempio all’ipertensione. In ogni caso queste sono ipotesi ma i dati permetteranno, una volta integrati da ulteriori informazioni, di approfondire la questione.
BMI (Body Mass Index)
Un fatto sorprendente che scaturisce dall’analisi di questi dati è che si evidenzia un’associazione tra alti valori di FCR e peso corporeo basso. Sembra quindi che in ogni caso occorra rimanere nell’intervallo di normalità del proprio BMI. La magrezza in questo caso non sembra pagare.
Attività fisica
Un altro dato sorprendente scaturito dallo studio è che il beneficio prodotto dall’esercizio fisico da moderato a vigoroso si riduce sensibilmente dopo il valore di 200 minuti settimanali (l’attività moderata o vigorosa suggerita dall’American heart association è di 150 minuti settimanali). Una buona notizia sembrerebbe, non è vantaggioso eccedere.
Continuità
Lo studio conferma, ma c’era da aspettarselo, che la continuità nell’esercizio sia giornaliera che nell’arco della settimana è fondamentale. La discontinuità non ripaga, anzi può essere dannosa. In questo i FT sono molto utili in quanto la maggior parte di questi dispositivi emette una piccola vibrazione quando siamo troppo sedentari e così ci ricorda di mobilizzarci.
Sonno
Dalla ricerca è scaturito che una durata ideale giornaliera del sonno non è di 8 ore ma di 7.25.
Aree geografiche
A questo riguardo i dati sono realmente sorprendenti. La variazione dei valori tra le varie popolazioni è veramente notevole. E’ molto probabile che siano chiamati in causa elementi multi fattoriali. Fa riflettere però che l’Europa in generale mostri migliori valori di FCR. Sembra che questo possa essere dovuto al fatto che le popolazioni europee debbano svolgere una maggiore attività fisica per svolgere i compiti quotidiani. Un’ipotesi è che ciò sia correlato a come sono state costruite le nostre città. Se vi incuriosisce, la Svezia è al primo posto.
L’impatto dei big data sulla società
A questo punto, sulla base dell’approccio che ho suggerito nel mio articolo di presentazione, vi invito a verificare i contenuti sin qui esposti cercando approfondimenti e conferme sul web. Ricordate che l’affidabilità, l’attendibilità delle fonti sono attributi imprescindibili sul web. Quello che mi preme segnalarvi però è che, implicitamente, abbiamo assimilato il concetto di big data. Cominciamo cioè a realizzare l’impatto che l’enorme mole di informazioni che i vari dispositivi elettronici che utilizziamo veicolano via internet verso degli enormi data base avrà sulle nostre vite. Nel bene e nel male la nostra società dovrà confrontarsi con le inesplorate possibilità offerte dal poter gestire tali moli di informazioni. Con tutte le implicazioni che potete immaginare. Approfondiremo questa problematica nei prossimi articoli.
Se non avete ancora letto il primo articolo pubblicato sulla Voce di Galeno con l’introduzione sull’argomento eHealth potete trovarlo cliccando a questo link.
A presto e buon eHealth!
È possibile contattare l’autore scrivendo all’indirizzo email comunicazione@cassagaleno.it
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Chi è Riccardo Bugliosi
Il dott. Bugliosi è un medico, specialista in medicina interna, che si è sempre occupato di informatica, in particolare di Intelligenza Artificiale, sia in medicina che in altri settori. Per suggerimenti o domande all’autore vi invitiamo a scrivere a comunicazione@cassagaleno.it