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Virus Zika: un’emergenza internazionale dal Sud America

prof. Marcello Negri

 

zika-virus[1]L’epidemia causata dal virus Zika (ZIKV) è “un’emergenza di salute pubblica internazionale”. Lo ha dichiarato l’1 febbraio 2016 il Comitato di esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, convocato d’urgenza con solo 4 giorni di anticipo (1). Ma già dall’inizio di gennaio un editoriale del The Lancet (2) aveva  lanciato l’allarme riportando i dati del Ministero della Sanità brasiliano: “nel Nordest in un anno i reperti di microcefalia neonatale sono aumentati di20 volte confermando l’associazione con l’infezione da ZIKV contratta soprattutto nel I trimestre di gravidanza; inoltre sono stati documentati casi di sindrome di Guillain-Barrè e alterazioni del fondo oculare… (nel Brasile) si stimano da 440.000 a 1.300.000 i casi in un anno”.   

Virus Zika

La prima occasionale osservazione di ZIKV è avvenuta in un primate (foresta Zika, Uganda) nel 1947. Da allora il virus ha provocato sporadiche infezioni nelle zone equatoriali dell’Africa e dell’Asia, un’epidemia in Micronesia nel 2007 propagatasi nell’Oceania e di nuovo comparsa nel 2013; quest’ultima si è diffusa dal 2014 nel Sud America e dal 2015 in Messico.

Sempre nel gennaio scorso, A. S. Fauci e D. M. Morens (3) avevano dedicato al virus un esauriente articolo: ZIKV appartiene agli arbovirus, una famiglia di centinaia virus soprattutto RNA, trasmessi da artropodi in prevalenza zanzare (Aedes aegypti) e zecche, radicatisi 5.000 anni fa nel Nord Africa (depositi di acqua) con cicli di mantenimento complessi in mammiferi e uccelli. Soltanto pochi arbovirus determinano malattie nell’uomo: il virus chikungunya e il genere flavivirus di cui fanno parte, oltre al virus Zika, quello della dengue, dell’encefalite del Nilo occidentale, dell’encefalite giapponese e della febbre gialla, il più importante. Gli autori denunciano questo “nostro mondo dominato dagli umani caratterizzato da globalizzazione, urbanesimo esasperato, promiscuità, manomissione del bilancio ecologico” che porta “alla comparsa inaspettata del virus in forma di epidemia” attraverso continue mutazioni.

E’ stato dimostrato che ZIKV si trasmette anche per via sessuale (4) e tramite sangue infetto.  

Circa la letteratura, sono stati dedicati a ZIKV 25 articoli dal 1952 al 2009; oltre 250 da gennaio 2016 ad oggi.

Quadro clinico

La sintomatologia è simil-influenzale: febbre, dolori muscolari, artralgie, rash, prostrazione, cioè un quadro simile a quello della dengue; in 60 anni di osservazioni non sono state riportate febbre emorragica e/o morte. La diagnosi si fonda sulle prove sierologiche e l’identificazione dell’acido nucleico del virus. Il decorso è di solito di 1 settimana. E’ interessante il rilievo che l’associazione con la sindrome di Guillain-Barrè e con la microcefalia è del tutto recente (5): l’attuale epidemia ha rivoluzionato il quadro delle complicanze. La terapia si basa sul riposo e farmaci sintomatici. Al momento non è disponibile un vaccino.

Non sono mancati politici e autori statunitensi che pubblicamente hanno invocato la quarantena per i viaggiatori provenienti dal Brasile: questo “approccio al problema” è stato contestato come “non scientifico” (6).       

Convegno internazionale 

L’OMS lo ha organizzato a Ginevra ai primi di marzo. I risultati sono stati sintetizzati da C. J. Haug et Al. (7): è essenziale mutuare l’esperienza e le conoscenze circa gli altri flavivirus, approfondire i meccanismi immunologici che sottendono la protezione (nella massima parte dei casi) e l’aggravamento della malattia (in alcuni), valutare eventuali rapporti con precedenti infezioni da flavivirus, dotarsi di strumenti diagnostici utili nei primi 3 giorni di malattia, approfondire il rapporto con i vettori che nel caso della dengue ha zone oscure, intervenire sulla produzione di vaccini che rischiano di essere approntati troppo tardi. Gli autori concludono “stiamo lavorando in una nuova area con molte entità sconosciute”.

ZIKV in Italia

L. Zammarchi et Al. (8) hanno descritto i primi due casi di infezione da ZIKVnel nostro Paese, importata dalla Polinesia francese. I pazienti hanno presentato febbre, malessere, mialgie, artralgie, congiuntivite, edema alle caviglie e diffusa linfoadenomegalia. Uno dei due è andato incontro a leucopenia e trombocitopenia. Gli autori sottolineano che – in questi casi – il possibile vettore di ZIKV sia stato Aedes albopictus (zanzara tigre).   

 

 Bibliografia

1.     WHO Media Center. International Health Regulations Emergency Committee on Zika virus and observed increase in neurological disorders and neonatal malformations. WHO statement 28 Jan 2016.

2.     Editorial. Zika virus: a new global threat for 2016. Lancet 2016, 387, Jan 9. DOI: http://dx.doi.org/10.1016/S0140-6736(16)00014-3.

3.     A S Fauci, D M Morens. Zika virus in the Americas. New Engl J Med 2016, Jan 13.  DOI: 10.1056/NEJMp1600297.

4.     D Musso et Al. Potential sexual transmission of Zika virus. Emerg Infect Dis 2015, 21, 359.

5.     D Gatherer, A Kohl. Zika virus a previously slow pandemic spreads rapidly through the Americas. J Gen Virol 2016, 97, 269.

6.     K L Koenig. Quarantine for Zika virus? Where is the science? Disaster Med Public Health Prep 2016 Apr 1: 1-3 (Epub ahead of print).

7.     C. J. Haug et Al. The Zika challenge. New Engl J Med 2016, March 30 .

     DOI: 10.1056NEJMp1603734.

8.  L Zammarchi et Al. Zika virus imported to Italy. J Clin Virol 2015, 63, 32.    

 

 

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