Felici di aver contribuito a realizzare il sogno di Flavia Alberghina e Tommaso Manciulli, vincitori dell’edizione 2018 del Premio Cantamessa.
Flavia, specializzanda in ortopedia, è partita per il Malawi per occuparsi di disabilità infantile.
Tommaso ha utilizzato la borsa di studio per tornare in India e proseguire i suoi studi sull’echinococcosi cistica, patologia cronica che colpisce nel mondo oltre un milione di persone.
International fellowship in ortopedia pediatrica: la testimonianza di Flavia Alberghina
Un paio di settimane fa la mia borsa di studio al CURE Malawi è finita. Posso tranquillamente dirlo, l’ospedale Beit CURE di Blantyre è stato il posto dove mi è piaciuto lavorare di più nella mia vita. Ho trovato un ambiente molto caldo e accogliente ed ero circondata da persone ospitali e che lavorano sodo.
Ho trascorso sei mesi molto intensi. Supponevo che la borsa di studio fosse ben organizzata, ma non immaginavo che potesse essere così istruttiva. Ho cercato di imparare il più possibile e mi è piaciuto così tanto il lavoro che in sei mesi mi sono presa solo una settimana per visitare il Paese con mio fratello.
Durante il resto delle settimane, dalla domenica pomeriggio al venerdì ero in ospedale.
La domenica pomeriggio nuovi pazienti prenotati per l’operazione arrivavano per l’ammissione.
Sarebbero stati operati durante la settimana.
In media 20-25 pazienti di età compresa tra 0 e 18 anni erano ammessi ogni settimana.
Lunedì era il giorno delle visite ambulatoriali, i pazienti venivano per la prima consultazione e per il follow-up.
Circa cinquanta bambini venivano esaminati o rivisti.
Nel caso in cui i pazienti che arrivavano da lontano avessero bisogno di un’operazione, venivano immediatamente ammessi e aggiunti alla lista delle operazioni.
Così com’è possibile immaginare, in ambulatorio era possibile vedere ogni tipo di condizione ortopedica pediatrica (deformità dell’arto superiore o inferiore di tutti i tipi e gradi,
piede torto ad ogni età, fratture non trattate e trascurate, paralisi cerebrale, osteogenesi imperfetta e displasia ossea, infezioni e molti altri disturbi).
Dal martedì al giovedì assistivo i consulenti (Dr. Nicholas Lubega e Dr. Samuel Maina) in sala operatoria. Ho preso parte a oltre centocinquanta operazioni. Entrambi sono molto gentili, pazienti e con una particolare attitudine all’insegnamento.
Ogni caso era discusso a fondo durante le visite in corsia e prima dell’operazione.
La settimana si concludeva il venerdì con due sessioni di insegnamento, la prima al mattino presto prima del turno in reparto, e il secondo nel pomeriggio insieme ai colleghi dall’ospedale governativo Queen Elizabeth Central.
Gli incontri erano focalizzati su insegnamenti di vari argomenti in materia di ortopedia e traumatologia e su discussione di casi clinici.
I consulenti ponevano a noi specializzandi molte domande.
Iniziavamo dal descrivere le lastre, la classificazione del disturbo, le opzioni di trattamento, posizionamento e approccio chirurgico, trucchi tecnici, ecc. Questi momenti sono stati estremamente educativi, nessuno ostentava le proprie conoscenze e l’unico scopo degli incontri era di farci tornare a casa con maggiori competenze.
Inoltre è stato organizzato un corso avanzato AO Alliance sull’osteostintesi endomidollare
Sono tornata a casa con un bagaglio molto ricco, educativo ed emotivo. Sono sicura che questa esperienza influenzerà la mia futura carriera di chirurgo ortopedico pediatrico.
Ringrazio sinceramente Cassa Galeno per il supporto al progetto che ha contribuito a realizzare.
Echinococcosi cistica nello stato di Assam (India): la testimonianza di Tommaso Manciulli
Il progetto si è svolto nei mesi di Marzo e Aprile 2019. I primi giorni a Dibrugarh sono trascorsi nella finalizzazione della fase di planning delle attività di screening e mi hanno visto incontrare diversi Professori universitari afferenti all’Assam Medical College, che si sono presi carico di approvare il progetto nelle sue fasi esecutive (scelta definitiva dei siti di screening, assegnazione dei collaboratori).
Durante queste prime giornate ho avuto modo di discutere con i medici solitamente impegnati nel trattamento dei casi precedentemente segnalati di Echinococcosi Cistica. Questi colloqui mi hanno portato a scoprire che nel distretto di Dibrugarh (e probabilmente in tutto lo stato di Assam) manca l’expertise necessaria alla diagnosi di questa patologia. Tutti i casi rivisti insieme ai radiologi locali, infatti, venivano diagnosticati mediante TC addome, spesso senza l’uso di un mezzo di contrasto. Inoltre, non è previsto l’invio dei pezzi post-operatori in anatomia patologica di routine, ma la scelta viene lasciata al chirurgo operante.
Nei primi cinque giorni inoltre ci siamo recati presso i villaggi teatro degli screening ecografici, selezionando sette centri distanti da ospedali forniti di una radiologia e in comunità rurali. Le comunità sono state scelte in base alla presenza rilevata in situ di potenziali ospiti del parassita (Pecore, Capre, Suini, Mucche).
Le prime, note per essere l’ospite più prolifico per il parassita, si sono rivelate scarsamente presenti nel distretto (non erano in precedenza disponibili dati ufficiali in proposito), mentre è stata rilevata la presenza di numerosi caprini.
I sopralluoghi sono stati l’occasione per discutere del progetto con lo staff e i dirigenti dei PHC (Primary Healthcare Centers) coinvolti nel progetto stesso, spiegando la patologia oggetto dello studio e gli interventi di prevenzione necessari a impedirne la trasmissione.
Al termine della fase preparatoria, è iniziata la fase in campo, che ha visto l’arruolamento di pazienti e l’esecuzione di ecografie a titolo gratuito su pazienti volontari in una fascia d’età compresa tra i 5 e i 90 anni. Soggetti al di fuori di questa fascia d’età sono comunque stati valutati dal medico ecografista (Dr Tommaso Manciulli) ma non sono stati inclusi nel database di studio definitivo.
Hanno partecipato in 14 giorni in campo, 1464 pazienti arruolabili. Le donne sono risultate essere pari al 42,91% del totale. Solo due soggetti sono risultati portatori di lesioni potenzialmente compatibili con una eziologia parassitaria. Gli stessi sono risultati sieronegativi.
I risultati preliminari ottenuti suggeriscono che l’Echinococcosi Cistica sia raramente presente nel distretto di Dibrugarh. La presenza di lesioni cistiche con caratteristiche patognomoniche riferibili a cisti attive è infatti usata per stimare l’intensità di trasmissione della patologia. Tuttavia, tali cisti sono risultate assenti nel nostro studio.
Dato il numero di casi diagnosticati nell’ospedale che fa capo al distretto (circa 60 casi/anno), appare necessaria una formazione dei radiologi locali al corretto riconoscimento della patologia, dato che la misdiagnosi è un problema comune nel caso dell’echinococcosi cistica e spesso esita in un sovratrattamento.
Per converso, data l’abbondante presenza di suini nella zona, si è pensato di cominciare un nuovo protocollo di studio per testare la specificità dei test per l’Echinococcosi cistica su pazienti affetti da neurocisticercosi, un’altra teniasi ampiamente diffusa nell’area.