prof. Marcello Negri
Nel mondo, il cancro rettocolico (CRC) è il secondo per frequenza tra le donne e il terzo tra gli uomini.; con 550.000 morti annuali rappresenta un grave problema di salute pubblica. La scoperta che il tessuto adenomatoso rettocolico ha potenzialità precancerosa ha determinato, negli ultimi 25 anni, la diffusione degli screening, l’espansione delle polipectomie, delle diagnosi precoci e quindi una diminuzione della mortalità per questo cancro, purtroppo ancora modesta nell’Europa dell’Est, Asia e Sud America.
La diminuzione della mortalità nei Paesi occidentali (circa il 40% dal 1975) viene di solito attribuita agli screening. Questa convinzione è stata di recente contestata in quanto non tiene conto dei miglioramenti della dieta, della riduzione del fumo, delle variazioni dell’ambiente microbico intestinale, del sempre più largo uso degli antibiotici, del diverso comportamento delle forme iniziali e metastatiche (1). Inoltre, è stato di recente dimostrato che gli adenomi prossimali tendono a recidivare più spesso negli stessi tratti e con minore frequenza rispetto a quelli distali (2). Pertanto, appare evidente che fattori riferibili all’ambiente biologico possano influenzare in modo differente lo sviluppo degli adenomi.
Metodi non invasivi
Il metodo al guaiaco per la ricerca del sangue occulto nelle feci, semplice ed economico, è stato ormai sostituito da quello immunologico (Fecal Immunochemical Test = FIT) di gran lunga più affidabile, in grado di riconoscere l’emoglobina umana e di cogliere un sanguinamento anche di 0,3 ml. Il FIT può essere eseguito a casa, non espone ad alcun rischio, non richiede alcuna preparazione (mentre quello al guaiaco richiede di astenersi per tre giorni dall’ingestione di carne). E’ bene tenere presente che i polipi possono non sanguinare così come – più raramente – alcuni cancri (falsi negativi) e che si possono riscontrare anche falsi positivi. Quando l’indagine preventiva è di secondo livello si raccomanda di ripetere l’esame ogni anno.
Al momento il FIT si colloca in prima linea per gli screening di massa; la resa del metodo risulta aumentata quando si prende in considerazione l’impatto dell’età e del gender degli esaminati (3).
Per quanto attiene l’organizzazione di uno screening per il CRC, ritengo utile segnalare la lucida analisi recentemente comparsa su The Lancet (4); gli autori concludono: “La questione in gioco è come promuovere una scelta motivata in modo efficace circa la partecipazione allo screening per il cancro, soprattutto dei gruppi di modesto stato socioeconomico”.
Un nuovo test
La nuova era, cui fa riferimento il titolo di questa nota, riguarda i test basati sulla presenza nel sangue o nelle feci di biomarcatori che svelano alterazioni genetiche specifiche, cioè informazioni utilissime per la diagnosi e la prognosi del CRC.
La conoscenza che l’ipermetilazione di un numero crescente di geni del DNA si associa alla tumorigenesi rettocolica ha suggerito a diversi ricercatori che la presenza di DNA ipermetilato nel sangue o nelle feci possa ricoprire il ruolo di biomarcatore per il CRC. S. L. Rasmussen et AL. (5) hanno sottoposto a meta-analisi 72 articoli ed hanno confermato questa ipotesi, ma hanno concluso: “la maggioranza degli studi riguarda solo pochi pazienti con poco definiti gruppi di controllo. Sono necessari ulteriori studi”.
Migliori risultati hanno ottenuto i ricercatori che hanno lavorato sui MICRO-RNA (miRNA). Si tratta di piccole molecole di RNA non codificante (circa 22 nucleotidi) che regolano l’espressione genica; tra le loro funzioni si annovera il controllo della proliferazione cellulare, dell’apoptosi, ecc. L. Yan et Al (6) – in un’ampia meta-analisi che contempla 103 studi da 36 articoli per un totale di 3.124 casi di cancro rettocolico e 2.579 controlli sani – hanno valutato la sensibilità, la specificità e l’accuratezza dei miRNA ottenuti da plasma, sangue, tessuto e feci. Gli autori concludono: “… i miRNA hanno fornito una buona prestazione… i miRNA ottenuti da campioni di siero sono i più efficaci per la diagnosi di CRC tra gli asiatici… molteplici miRNA forniscono un’evidenza diagnostica superiore ad un singolo”.
La nuova era è cominciata.
Bibliografia
1. H G Welch et Al. Colorectal cancer on the decline. N Engl J Med 2016,
374, 1605.
2. H Pohl et Al. Association between adenoma location and risk of recurrence.
Gastrointest Endosc 2016 Mar 11. pii: S0016-5107(16)00271-6.
doi: 10.1016/j.gie.2016.02.048.
3. C Alvarez-Urturi et A. Impact of age- and gender-specific cut-off values for
the fecal immunochemical test for haemoglobin in colorectal cancer
screening. Dig Liver Dis 2016 Feb 9. pii: S1590-8658(15)30040-2.
4. M L Essink-Bot, E Dekker. Equal access to colorectal cancer screening.
Lancet 2016, 387, 10020, 724.
5. S L Rasmussen et Al. Hypermethylated DNA, a biomarker for colorectal
cancer. Colorectal Dis 2016 Mar 21. doi: 10.1111/codi.13336.
6. L Yan et A. A comprehensive meta-analysis of micro-RNAs for predicting
colorectal cancer. Medicine (Baltimore) 2016, Mar; 95(9): e2738.
Doi: 10.1097/MD.0000000000002738.