La cerimonia dei vincitori delle borse di studio “Eleonora Cantamessa” ha rappresentato un momento di rara intensità e condivisione, che si è aperto con i saluti del vicepresidente dell’Ordine dei medici di Roma, dott. Lavra, e di Francesca Moccia di Cittadinanzattiva e si è concluso con l’intervento del Sottosegretario al Ministero della Salute dott. Vito De Filippo.
Il dott. Aristide Missiroli, presidente di Galeno, ha spiegato il motivo per cui Galeno, una cooperativa di medici dal forte spirito solidaristico, ha voluto da subito dedicare questa iniziativa alla sua socia prematuramente scomparsa, anticipando di fatto nei tempi il riconoscimento dato dallo Stato italiano con il conferimento della medaglia d’oro al valore civile.
Il ricordo della signora Mirella, mamma di Eleonora Cantamessa, ha restituito un ritratto intenso e commovente della dottoressa insignita della medaglia d’oro al valore civile. Nelle parole del dott. Mario Falconi, presidente del TDMe, e del dott. Nicola Sebastiani, vice ispettore generale della sanità militare, è stato chiaro come il gesto di Eleonora sia da interpretarsi come una scelta consapevole di vivere fino in fondo la propria missione di medico, rimanendo fedele al giuramento di Ippocrate anche davanti al pericolo. Il testamento spirituale lasciato in eredità dalla giovane dottoressa uccisa a Chiuduno è stato sottolineato con forza da monsignor De Odorico, segretario generale della Pontificia Università Lateranense. Un messaggio importante per tanti giovani medici che si trovano a lavorare con tanto entusiasmo ma in situazioni di precarietà, come ha ricordato il neo eletto presidente del Segretariato Italiano dei Giovani Medici, Andrea Silenzi.
Al termine dei diversi interventi, di cui Galeno metterà presto on line un estratto video, il dott. Giovanni Vento, vice presidente di Cassa Galeno, ha spiegato come il lavoro della commissione chiamata a decidere i nomi dei tre giovani medici vincitori della seconda edizione delle borse di studio “Eleonora Cantamessa”, sia stato estremamente difficile. Tutti i dieci finalisti, infatti, presentavano curricula brillanti e progetti di indubbio interesse. Interpretando lo spirito del premio, inteso a onorare la memoria di Eleonora Cantamessa, la commissione ha infine proclamato vincitori della borsa di 3500 euro:
STEFANIA DALISE
Si è laureata all’Università di Pisa nel 2009 e ha conseguito il titolo di medico specialista in medicina fisica e riabilitativa con una tesi sulla rigenerazione del sistema nervoso centrale dopo l’ictus ischemico e una votazione di 110 e lode. E’ iscritta all’Ordine dei Medici di Cosenza. Nell’ultimo anno ha portato avanti un progetto di ricerca all’estero presso il Mc Gowan Institute for Regenerative Medicine dell’University of Pittsburgh and UPMC. Il focus principale del progetto è l’applicazione di protocolli riabilitativi per incrementare l’efficacia di impianti di cellule staminali muscolari e neuronali in modelli animali di traumi muscolari e cerebrali.
Progetto: finanziarsi un ulteriore periodo come ricercatore al Mc Gowan Institute di Pittsburgh sull’applicazione di protocolli riabilitativi per incrementare l’efficacia di impianti di cellule staminali muscolari e neuronali in modelli animali di traumi muscolari e cerebrali. L’obiettivo è quello di sviluppare metodi integrati di rigenerazione e riparazione tissutale.
LAURA ORGIANO
Si è laureata in medicina all’Università di Cagliari con 110 e lode e menzione accademica. Nel 2014 si è specializzata in oncologia. “Quando ho deciso di diventare medico” scrive Laura Orgiano nella sua lettera di presentazione “ero forse più incuriosita dal cercare di capire perché ci ammaliamo e quale sia il modo migliore e più rapido di guarire, mentre oggi ho capito che, a volte, non è tanto importante capire la causa di un male quanto curarne l’effetto, come accade tutti i giorni nel campo della mia missione di vita, l’oncologia.” Attualmente è al primo anno della Scuola di dottorato senza borsa in Medicina Molecolare e Traslazionale. Nel suo percorso anche esperienze di collaborazione con Medici con l’Africa CUAMM e un periodo di volontariato in Kenya.
Progetto: frequentare il laboratorio di ricerca molecolare del prof. JD Wolchok al Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, che si occupa di approfondire i meccanismi intracellulari che stanno alla base delle terapie a bersaglio molecolare. L’obiettivo è quello di acquisire conoscenze teoriche e competenze tecniche da poter applicare nel Policlinico Universitario di Cagliari, dove la dottoressa attualmente lavora.
FEDERICO SIBONA
Si è laureato con 110 e lode alla Facoltà di Medicina dell’Università di Torino, con una tesi dal titolo “Il tumore giganto-cellulare dell’osso: problemi clinici e diagnostici”. Fin da giovanissimo vicino al mondo del volontariato, la sua scelta è stata quella di diventare ortopedico per poter trattare i bambini disabili che, nei Paesi in via di sviluppo, sono considerati reietti. Una scelta condivisa con la moglie, ginecologa. Ha un bambino di tre anni e un secondo è in arrivo.
Progetto: trasferirsi insieme alla moglie ginecologa e ai figli in Kenya per lavorare come medico missionario all’ospedale universitario di Eldoret e a Bomet all’ospedale missionario di Tenwek, al fianco dell’ortopedico americano dott. Dan Galat. Bomet è un piccolo villaggio a quattro ore da Nairobi. L’ospedale di Tenwek, che ha un bacino di utenza di 600.000 persone, si occupa di tutti gli aspetti della traumatologia infantile e per adulti e la correzione di deformità scheletriche.
Un premio speciale è stato poi conferito a ETTORE VULCANO, che per la seconda volta è entrato nella rosa dei dieci finalisti con un progetto giudicato di grande interesse sulla correzione delle gravi deformità in ambito muscoloscheletrico.