Prof. Marcello Negri
Il morbillo è una malattia altamente infettiva: negli Stati Uniti nel periodo 1987 – 2000 colpì 67.000 persone di tutte le età. Le sue complicanze (otite media, polmonite, diarrea, encefalite) costrinsero al ricovero il 25% dei bambini sotto i 15 anni, furono meno gravi in quelli compresi fra questa età e i 19 anni, ma al di sopra dei 19 anni il 30% dei malati dovette ricorrere all’ospedale. L’introduzione in commercio del vaccino contro il morbillo ha portato campagne di educazione sanitaria unite a vaccinazioni di massa che hanno prodotto la scomparsa della malattia in molte aree dell’Unione.
Il morbillo a Disneyland
Nel 2014 a Disneyland, nella città di Orlando (Florida), sono state contate numerose insorgenze di morbillo, per un totale di 644 casi. Certamente Disneyland è un “porto di mare” dove si avverano molteplici contatti tra una massa enorme di bambini ma anche di viaggiatori e immigrati adulti. N. Halsey e D. Salmon (1) ritengono che tra i probabili diffusori del virus vi siano stati anche i numerosi dipendenti infettati, oltre ovviamente ai bambini troppo piccoli per poter essere vaccinati e agli adolescenti che non potevano esserlo per la presenza di controindicazioni. Inoltre attribuiscono responsabilità anche all’aumentato numero di bambini e adolescenti non vaccinati a causa di pregiudizi dei genitori. Infatti, gli autori ricordano che nel 1998 un articolo, secondo il quale esisteva una connessione tra vaccinazioni e autismo infantile, aveva provocato una notevole diminuzione del ricorso alla misura preventiva, diminuzione protrattasi anche negli anni successivi malgrado le numerose e decise prese di posizione contrarie all’articolo di autorevoli scienziati, di molti media e, ultimamente, anche dell’associazione Autism Speaks.
Epidemie di morbillo in Italia
In Italia, dopo l’epidemia del 2002-2003 con 100.000 casi sotto i 15 anni di età, tutte le regioni, in collaborazione con le autorità statali, attuarono un piano di eradicazione. Tuttavia, F. Curtale et Al. (2) riferiscono che nel 2006 alla periferia di Roma si registrò un focolaio di morbillo nella comunità Sinti, che nell’anno successivo si estese alla popolazione della città colpendo oltre ai bambini anche numerosi adulti. Secondo gli autori le sacche costituite da comunità con bassa copertura vaccinica rappresentano un pericolo per la salute pubblica maggiore rispetto ad individui sporadicamente suscettibili di ammalarsi. Analogie sono state riscontrate in Germania (3) in due comunità non vaccinate.
Ruolo del medico di medicina generale
Appare, pertanto, la necessità di attuare una completa copertura vaccinica che riguardi tutte le età e quindi deve esserne protagonista non soltanto il pediatra ma anche il medico di medicina generale, al quale è affidata la famiglia nella sua interezza. Questi deve ovviare alla mancanza di informazioni nella popolazione e verificare che si avveri l’accesso alla cura della salute. In questo senso è molto indicativa la recente ricerca effettuata in Francia tra i residenti sanitari dell’Università di Aix/Marsiglia (4): degli intervistati, la maggioranza non era in grado di ricordare o non aveva mai affrontato il problema e meno del 95% aveva la copertura completa da vaccinazione (le autorità sanitarie ne perseguono l’incidenza tra il 95 e il 100%).
Bibliografia
1. N. Halsey, D. Salmon. Measles at Disneyland, a problem of all ages. Ann Intern Med 2015, 10, 3.
2. F. Curtale et Al. Description of two measles outbreaks in the Lazio Region, Italy (2006-2009). BMC Infect Dis 2010, 10: 62.
3.H. Roggendorf et Al. Two consecutive measles outbreaks with genotype D8 and D4 in two mainly unvaccinated communities in Germany. Med Microbiol Immunol 2012, 201, 349.
4. T. Korhonen et Al. Low measles vaccination coverage among medical residents. Eur J Public Health 2015, 2, 11.pii: cku 254.