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Enpam e oltre: la pensione del medico

Partendo dalla gestione Enpam, cerchiamo di orientarci nel complesso mondo della previdenza dei medici e nelle sue più urgenti problematiche.
 
di Gianni Duca – Consulente assicurativo Cassa Galeno

La gestione finanziaria dell’Enpam

PRESTAZIONI_salvadaioI tre punti fondamentali di ogni gestione previdenziale sono i contributi, le pensioni e il patrimonio.

L’Enpam è l’ente che eroga le prestazioni previdenziali per i medici, con trattamenti diversi, secondo la categoria di appartenenza.  La modalità di gestione finanziaria dell’Enpam è impostata sul principio della “ripartizione”, attenuata da elementi di capitalizzazione, perché i contributi che l’Ente incassa dagli iscritti attivi servono sia a pagare le pensioni dei colleghi che si trovano già in trattamento di quiescenza, ma anche a costituire il patrimonio che, va ricordato, è soggetto a obblighi di legge, cioè imposto dallo Stato in una certa misura, volta a garantire la tenuta dell’Enpam.

Ricordiamo, infatti, che lo Stato non è tenuto a garantire la corresponsione delle pensioni da parte dell’Enpam, a differenza di quanto previsto per gli altri organi di previdenza quali, ad esempio, l’Inps o l’Inpdap.

L’Enpam, quindi, a fronte di una sostanziale “indipendenza”, deve far fronte alle prestazioni previdenziali con le sue forze e non può contare, come altri enti previdenziali, nell’integrazione della differenza tra risorse dell’ente e obblighi pensionistici, prelevata dall’Irpef corrisposta dai cittadini.

I proventi del patrimonio dell’Enpam contribuiscono a pagare le pensioni ai medici interessati. Pertanto ogni pensionato riceve la pensione mensile per una quota usufruendo dei contributi “cash” dei contribuenti e per un’altra quota utilizzando i proventi del patrimonio.

Tanto più patrimonio l’Enpam possiede, tanto meno l’ente è legato alle vicende demografiche ed economiche delle categorie e delle generazioni subentranti che costituiscono la catena generazionale sulla quale si basa la Fondazione. Nello stesso tempo, però, il fatto che la contribuzione cash serva a pagare le pensioni garantisce gli iscritti rispetto agli effetti inflattivi del patrimonio, perché se si usasse solo la capitalizzazione si correrebbe il rischio di pagare oggi con soldi buoni e domani, a causa di una forte svalutazione, ricevere soldi svalutati.

Le incognite: generazione futura e crisi economica

Il sistema utilizzato dall’Enpam si basa su un principio di solidarietà intergenerazionale: chi lavora mantiene chi ha lavorato, maturando il diritto al trattamento quando verrà il suo turno. Da qui l’importanza che in una platea che ha contribuenti attivi e pensionati sia presente chi oggi manca, la terza figura indispensabile: la generazione futura, quella che manterrà gli attuali pensionati con il flusso contributivo. Inutile sottolineare che questa generazione va tenuta sempre presente nel momento in cui si impostano delle riforme.

Ma ritorniamo sul concetto di “patrimonio”: lo stesso rappresenta per l’Enpam la prima garanzia di pagamento delle pensioni ed è obbligatoriamente costituito secondo criteri di legge: infatti, per ogni euro destinato al pagamento delle pensioni ci deve essere un corrispettivo di riserva nel patrimonio, multiplo di cinque, e questo per ottenere l’equilibrio temporale legale del sistema.

A questo punto la domanda da porsi è legata al cosiddetto concetto di “sostenibilità” e di “tenuta” di un meccanismo che purtroppo ha già mostrato forti lacune se rapportato ai sistemi dei grandi istituti di previdenza pubblica: è l’Enpam in grado di  mantenere gli impegni previsti dal sistema prevedendo sia i cambiamenti economici sia quelli demografici, ben sapendo che ci si muove in un contesto reale di vita e di modificazioni sempre meno prevedibili?

La sfida della sostenibilità

Dobbiamo segnalare che la Corte dei Conti aveva nel passato lanciato un allarme sulla stabilità economico-finanziaria dell’Enpam: nel bilancio al 2009, infatti, non si raggiungevano i trent’anni anni di equilibrio. A riguardo è però altrettanto doveroso ricordare che solo con la Finanziaria del 2007 tale punto era stato spostato da quindici a trent’anni. E’ diventato pertanto necessario puntare ad una maggiore sostenibilità, ossia ad una tenuta dei conti per più tempo in uno scenario in cui l’umanità è sempre più longeva. L’aumento dell’aspettativa di vita significa in previdenza un aumento della complessità previsionale in un mondo che è in recessione economica, con un rimpiazzo insufficiente rispetto all’esodo che si registrerà nei prossimi anni, per di più in uno scenario professionale mutevole che forse non potrà garantire flussi contributivi integrati.

Quali strade sta percorrendo l’Enpam per cercare di conciliare il concetto di sostenibilità, adeguato alle nuove norme, con i principi di equità e solidarietà?

Nel 2012 l’Enpam ha approvato una riforma delle pensioni che garantisce una sostenibilità ad oltre 50 anni del suo sistema previdenziale. E’ infatti opportuno sottolineare che la Cassa dei medici e degli odontoiatri è stato il primo ente previdenziale privatizzato a mettersi in regola con i nuovi requisiti introdotti dal decreto Salva Italia. La riforma ha ricevuto il nulla osta dei Ministeri del Lavoro e dell’Economia ed è entrata in vigore il 1° gennaio 2013.

Appoggiarsi sul solo pilastro della previdenza obbligatoria è sufficiente? 

Considerato che la pensione obbligatoria può non assicurare da sola un adeguato tenore di vita, i medici possono scegliere di destinare una parte del proprio risparmio alla costruzione di una rendita aggiuntiva, versando contributi alle forme pensionistiche integrative e/o complementari. Il versamento dei contributi è libero e volontario. Le forme pensionistiche integrative e complementari si distinguono in due categorie: la previdenza integrativa classica e i fondi pensione: la prima sottoposta a sorveglianza dall’IVASS e la seconda a quella della COVIP.

In Cassa Galeno sono presenti entrambe le soluzioni ed ambedue sono finalizzate a valorizzare i risparmi dei nostri Soci che molto spesso sono accantonati con la finalità di rappresentare un “cuscinetto” a protezione di eventi futuri incerti, e quindi non solo a scopo previdenziale.

Queste sono le motivazioni che molto spesso spingono i nostri soci a richiederci di integrare – con versamenti periodici aggiuntivi – la quota destinata al “Salvadanaio” di Galeno che è riuscito anche in questi ultimi anni di grande turbolenza dei mercati finanziari a mantenere le sue promesse: generare valore in presenza di un basso profilo di rischio. 

Vuoi sapere come è fatto e quali sono i vantaggi del Salvadanaio di Galeno? Clicca qui.

Galeno inoltre è anche assistenza sanitaria (l’Ombrello) e tutele assicurative (il Salvagente).

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