prof. Marcello Negri
Pensavamo che vivere nel Paese del sole e osservare una buona dieta fosse sufficiente per evitare la carenza di vitamina D; in realtà oggi sappiamo che più del 50% della popolazione mondiale è a rischio di carenza, compresi gli italiani.
Carenza di vitamina D
La possibilità di dosare nella pratica clinica la vitamina D3 ha semplificato il riconoscimento di carenza (o intossicazione). Un recente, ampio studio policentrico italiano (1), ha portato un notevole contributo epidemiologico: vi è carenza quando la vitamina D3 sierica è <20 ng/ml e insufficienza tra 20 e 30 ng/ml; l’insufficienza di vitamina D interessa circa il 50% dei giovani nei mesi invernali; la condizione carenziale aumenta con l’avanzare dell’età sino a interessare la quasi totalità della popolazione anziana che non assume supplementi di vitamina D.
Terapia e prevenzione degli stati carenziali
Sempre nella stessa pubblicazione sono comprese le linee guida per la prevenzione e il trattamento dell’ipovitaminosi D con colecalciferolo. Nel deficit severo vanno somministrate dosi cumulative variabili tra 300.000 ed 1.000.000 di UI, nell’arco di 1-4 settimane; una volta corretto il deficit vitaminico, la dose giornaliera di prevenzione-mantenimento varia in funzione dell’età e dell’esposizione solare, con un range compreso tra 800 e 2.000 UI/die o equivalenti settimanali. Un controllo dei livelli della vitamina D3 è raccomandato ogni due anni circa per trattamenti con dosi quotidiane superiori a 1.000 UI. La dose massima giornaliera oltre la quale si ritiene elevato il rischio di intossicazione è stata identificata in 4.000 UI.
Sempre per quanto riguarda la prevenzione, merita ricordare che in commercio sono già reperibili diversi alimenti supplementati di vitamina D quali il latte, il latte di soia ecc. Inoltre, di recente sono stati proposti il pane e i cereali (2).
Supplementazione di vitamina D
Ben note sono le acquisizioni circa l’importanza della terapia con vitamina D in gravidanza, nei neonati, ecc.; costituisce, invece, una novità il fatto che la vitamina D può influenzare l’immunità cellulo-mediata (3) e che la sua carenza si associa a numerose condizioni morbose. Ovviamente, per queste malattie è stata proposta la supplementazione della vitamina stessa e sono stati effettuati numerosi studi.
Mi limito a riferire che è stato riportato un effetto positivo della supplementazione di vitamina D nella profilassi della TBC (4), in bambini e adulti infettati con HIV (5), nei disturbi dello spettro autistico (6), sull’inventario per la depressione di Beck (7), nella depressione e adinamia dell’anziano (8), nella malattia infiammatoria dell’intestino e sulla prevenzione del cancro del colon (9), sulla prevenzione del rischio cardiovascolare nell’obesità (10).
Merita, infine, citare il trial condotto da Rosjo et Al (11) in 68 pazienti con sclerosi multipla in remissione-ripresa: dopo 96 settimane di supplementazione di vitamina D, l’aumento dei livelli ematici della vitamina non ha modificato gli 11 markers dell’infiammazione sistemica presi in esame, mentre si è associato ad aumento del fenotipo antinfiammatorio (livelli dell’antagonista del recettore dell’interleukina-1 e della chemochina ligando 16) nei pazienti in trattamento anche immunomodulatorio.
Bibliografia
1 S Adami et Al Linee guida su prevenzione e trattamento dell’ipovitaminosi D con colecalciferolo Reumatismo,
2011, 63 (3), 129.
2. A R Costan et Al. Vitamin D fortified bread improves pain and physical function domains of quality of life in
nursing home residents. J Med Food 2014, 17(5) ,625.
3. G Gupta Konijetu et Al. Vit. D supplementation modulates T cell-mediated immunity in humans. J Clin Endocrinol
Metab 2015, December 14 (Epub ahead of print).
4 E R Turnbull , F Drobniewski . Vitamin D supplementation: a comprehensive review on supplementation for
tuberculosis prophylaxis. Expert Rev Respir Med 2015, 9(3), 269.
5. K A Dougherthy et Al. Safety and efficacy of high-dose daily vitamin D supplementation in children and young
adults infected with Human Immunodeficiency Virus. J Pediatric Infect Dis Soc 2014, 294, 303.
6. J Feng et Al. A clinical improvement following vit. D supplementation in autism spectrum disease. Nutr Neurosci
2016, January 18 (Epub ahead of print).
7. Z Sepchmanesh et Al. Vitamin D supplementation affects the Beck depression inventory, insulin resistance, and
biomarkers of oxidative stress in patients with major depressive disorders. J Nutr 2015, Nov 25. pil jn 218883.
8. E I de Koning er Al. Vitamin D supplementation to prevent depression and poor physical function in older adults.
BMC Geriatr 2015, 15, 151.
9. S Meerker et Al. Protective links between vit. D, inflammatory bowel disease and colic cancer. World J
Gastroenterol 2016, 22, 933.
10. A Manousopoulou et Al. Vitamin D and cardiovascular risk among adults with obesity: a systematic review and
meta-analysis. Eur Clin Invest. 2015, 45(10),1113 doi: 10.1111/eci.12510. Epub 2015 Sep 3..
11. E Rosjo et Al. Vitamin D supplementation and systemic inflammation in relapsing-remitting multiple sclerosis.
J Neurol 2015, 262, 2713.