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Dall’informatica medica all’eHealth

dall'informatica medica all'eHealth

di Riccardo Bugliosi

Benvenuti nel presente e nel futuro che stanno costruendo la medicina e le tecnologie di ICT (Tecnologie dell’Informazione e Comunicazione).
Questa rubrica è rivolta ai medici che vogliono curiosare nel mondo di quella che una volta era denominata Informatica Medica.
Preparatevi ad essere sorpresi.

L’approccio che avremo nell’affrontare la tematica di questa branca della medicina sarà discorsivo e semplice ma mirato all’acquisizione di una consapevolezza di ciò che ci circonda e che sta avvenendo attorno a questo mondo.

Al di là degli aspetti tecnici, la conoscenza di ciò che stiamo facendo nella vita di tutti i giorni utilizzando le tecnologie ICT dovrebbe essere alla base di una nuova maniera, più efficace, di sfruttarle e di ottenere grandi vantaggi da tutto ciò che ruota attorno ad internet.

Alla ricerca di una definizione

Cominciamo dall’archeologia. Al giorno d’oggi non si parla più di Informatica Medica ma di eHealth.
Se cercate sul vostro motore di ricerca la definizione della parola, come sempre succede, troverete una grande quantità di link (collegamenti ipertestuali, cioè collegamenti ad unità informative sia di testo che immagini etc.) come risposta alla vostra domanda.

Quale scegliere?

In questo mare di possibilità ciascuno di noi andrà a finire in una pagina web che avrà scelto perché il suo contenuto sarà più comprensibile o, soprattutto, perché derivante da uno dei primi link proposti. A proposito, l’ordine con il quale vengono visualizzate le risposte alla vostra domanda si chiama ranking (classificazione, gerarchia). Tale ordine deriva dall’uso di algoritmi, cioè formule matematiche, che determinano quali siti web sono più utili e rilevanti in funzione della ricerca che è stata impostata.

Scegliere fonti affidabili

Tornando a noi, io ho scelto un particolare link e vi propongo la definizione data dal sito del World Health Organization (Organizzazione Mondiale della Sanità, OMS):  “eHealth è l’utilizzo delle tecnologie di informazione e comunicazione (ICT) per la salute”.

Semplice, stringato, esaustivo. A questo punto vi propongo una regola di buon senso. Il web è pieno di siti su qualunque argomento, scegliere tra le molteplici opportunità può generare confusione.

Da dove partire in medicina?

Io suggerisco i siti che si ritengono affidabili in base alla propria esperienza professionale, in questo caso l’OMS. Sul web chiunque può scrivere qualsiasi cosa spacciandosi per esperto, ricordiamolo sempre.

Possiamo quindi cominciare a costruire una filosofia di fondo per approcciarci alla grande mole di dati che scaturisce dalle nostre ricerche e troveremo che la prima regola può essere: cercate di selezionare le fonti che ritenete affidabili, attendibili.  Questo stesso concetto d’altronde può essere trasferito ai pazienti che ci mettono al corrente di aver fatto ricerche sul web in merito alle loro tematiche mediche.  A buon intenditor…

Di cosa parleremo

Di cosa e come parleremo nella nostra rubrica?
Per prima cosa cercheremo di utilizzare un linguaggio semplice e comprensibile ma serio, fondato. Noi medici abbiamo di rado grande dimestichezza con gli aspetti tecnici dell’ICT quindi cercheremo di renderli maggiormente comprensibili e proveremo a mettere in luce gli aspetti delle nuove tecnologie che impattano di più sulla medicina (e quindi sul nostro lavoro).

Avremo quindi modo di parlare, tra l’altro, dei seguenti argomenti: Intelligenza Artificiale, citata continuamente, della quale è frequente che non si abbiano poi le idee così chiare. Si tratta infatti di una tecnologia pervasiva e di frequente poco identificabile che però ha ed è destinata ad avere un’influenza cruciale nelle nostra vite e con molta probabilità, nella nostra civiltà.

Internet nelle sue varie declinazioni. Parleremo di social network dei quali pensiamo di sapere abbastanza ma che in realtà hanno quanto meno bisogno di un approfondimento. Tratteremo del Machine Learning (ML) che altro non è che una complessa tecnica di realizzazione di algoritmi (prevalentemente Reti Neurali Artificiali) che, analizzando grandi quantità di informazioni (Big Data) in maniera iterativa, rende possibile la costruzione di modelli cognitivi che permettono ai computer di apprendere senza essere stati esplicitamente programmati in tal senso, creando quindi conoscenza basata su una base esperienziale creata ex novo.

Dei vecchi dispositivi della nostra vita quotidiana: smartphone, tablet e pc (dei quali esistono ormai numerose varianti), degli attuali wearable devices (nel nostro caso medical wearables, ossia dei dispositivi indossabili dei quali sembra superfluo immaginare l’utilità in medicina in quanto in grado di monitorare una gran quantità di parametri biomedici in maniera sempre più precisa).

La robotica cui sarà dedicato ampio spazio per il prevedibile grande impatto che già sta avendo nelle nostre specialità, facile esempio è la chirurgia.  L’ Internet of things (IoT), letteralmente Internet delle cose, degli oggetti, della quale vi cito la definizione da Wikipedia, enciclopedia disponibile online di frequente abbastanza attendibile (ricordate la parola affidabilità?): “L’Internet delle cose è una possibile evoluzione dell’uso della Rete: gli oggetti (le “cose”) si rendono riconoscibili e acquisiscono intelligenza grazie al fatto di poter comunicare dati su se stessi e accedere ad informazioni aggregate da parte di altre”.

La nostra vita e quindi la medicina cambierà molto grazie all’utilizzo dell’IoT. Tanto per fare un esempio, una delle principali applicazioni dell’IoT sono le autovetture a guida autonoma che sono oggetto di intensive fasi di test proprio nel periodo in cui scriviamo.

Non un monologo, ma un dialogo

Costruiremo il nostro percorso strada facendo essendo consci di doverlo cambiare, adattare, aggiornare di continuo. Cominceremo in maniera graduale a partire dagli elementi di base per ottenere il meglio dal web e dalle tecnologie ICT cercando di non renderci oggetto commerciale ma soggetto fruitore.

La tecnologia va molto, molto veloce.

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Per suggerimenti o domande al dott. Riccardo Bugliosi, scrivere a comunicazione@cassagaleno.it