Avvisiamo tutti coloro che hanno inviato la candidatura di partecipazione al bando 2020 del Premio Galeno Eleonora Cantamessa che,
dato l’emergenza Covid e l’impegno su tale fronte di diversi membri della Commissione del Premio, il termine per la selezione dei progetti vincitori è stato prorogato di un mese (fine dicembre).
Per eventuali richieste di informazioni è possibile scrivere all’indirizzo email dedicato: borsedistudio@cassagaleno.it
Una tematica molto sentita nel settore sanitario (e non) in questo periodo di prevalenza del mondo ‘Social’ è quella della comunicazione mediante app di instant messaging sia tra medico e paziente che tra operatori sanitari. Abbiamo tutti il riscontro del grande scambio di informazioni di ogni genere tramite software come WhatsApp, ma quanto è sicura questa modalità? Nell’ambito sanitario è comune lo scambio di informazioni sensibili dal punto di vista della privacy e troppo spesso non ci poniamo il problema.
Per cominciare possiamo approcciarci alla tematica leggendo questo articolo di due autori italiani che affronta proprio la tematica dei dati sanitari. Le loro conclusioni sono la nostra base di partenza: dobbiamo verificare la conformità delle app che utilizziamo con due importanti regolamenti che coinvolgono i dati sanitari e la privacy, uno europeo l’altro statunitense. Illustreremo di seguito le due vie alla normativa sulla privacy.
Il GDPR (General Data Protection Regulation)
Nel Marzo 2018 sul British Medical Journal è stato pubblicato un editoriale dal titolo “Are you ready for General Data Protection Regulation?” dall’esplicativo sottotitolo “I medici hanno urgente bisogno di linee guida, di formazione e di canali di comunicazione totalmente conformi (al GDPR) per condividere dati sensibili’.
Il GDPR è stato introdotto in Europa il 25 maggio 2018. Con tale regolamento la Commissione Europea si è proposta l’obiettivo di rafforzare la protezione dei dati personali dei cittadini dell’Unione Europea (UE) e dei residenti nella stessa UE sia all’interno che all’esterno dei propri confini. Il GDPR cerca di restituire al cittadino il controllo dei propri dati personali semplificando il contesto normativo che riguarda gli affari internazionali e soprattutto unificando e rendendo omogenea la normativa sulla privacy nel contesto della Comunità Europea.
Il testo affronta anche la tematica dell’esportazione di dati personali e sensibili al di fuori dell’UE. Esso obbliga tutti i titolari del trattamento di tali dati (anche se con sede legale fuori dall’UE) ad osservare le normative di tale legislazione. Il Servizio sanitario irlandese ha prodotto un interessante lista di domande/risposte sull’argomento GDPR che possono aiutarci in maniera semplice e chiara ad affrontare le tematiche di cui ci stiamo occupando.
Fatte tali premesse è evidente la necessità, per gli operatori sanitari che scambiano dati sensibili, di prenderne atto ed operare facendo scelte consapevoli una volta che abbiano deciso di utilizzare uno specifico canale comunicativo via Internet. D’altronde esistono soluzioni software ed app che sono progettate per essere conformi al GDPR. A questo link avete un documento ufficiale dell’ UE sulla ‘Protezione dei dati e della privacy online’.
HIPAA (Health Insurance Portability and Accountability Act)
Sempre per rimanere nel campo della tematica sulla sicurezza dei dati occorre ricordare che negli Stati Uniti è stata introdotta nel 1996 la HIPAA con vari obiettivi tra cui:
Stabilire degli standard industriali per la gestione di informazioni riguardanti la salute dell’individuo in una vasta serie di flussi informativi elettronici.
Imporre la necessità di proteggere e rendere sicure le informazioni sanitarie.
Le normative della HIPAA nel settore della privacy richiedono che i fornitori di servizi sanitari a qualunque livello debbano sviluppare e seguire procedure che assicurino la segretezza e sicurezza delle informazioni sanitarie protette (PHI, Protected Health Information) quando esse siano trasferite, ricevute, consultate ed eventualmente condivise. Ciò si applica a tutte le forme di PHI cartacee, verbali, elettroniche e via dicendo. Per il professionista sanitario che volesse approfondire le tematiche HIPAA può farlo su questo esaustivo link.
Prendendo in considerazione entrambe le normative abbiamo uno spettro di regole che aiutano in maniera considerevole a valutare le app che utilizziamo in sanità.
Dobbiamo distinguere a questo punto due categorie di app di instant messaging: quelle generiche (e più conosciute ai più) e quelle studiate appositamente per la sanità.
App generiche di instant messaging
Esiste una grande quantità di queste app. Se volete approfondire un loro confronto sulla base delle principali caratteristiche potete visitare questo link di Wikipedia. Seguiterò segnalandovi quelle che credo siano meritevoli di approfondimento. In questa pagina web potete confrontare i dati aggiornati ad ottobre 2020 sull’utilizzo delle principali app di chat utilizzate nel mondo. Per i nostri scopi le più interessanti sono WhatsApp, Facebook Messenger e Telegram non ci occuperemo di WeChat e QQ perché il loro utilizzo è in prevalenza limitato a chi si relaziona con la Cina e SnapChat perché è utilizzato in contesti assai differenti da quello sanitario.
Tutte le soluzioni che andremo ad analizzare permettono il blocco dello schermo, fondamentale per la privacy, ed il successivo accesso mediante riconoscimento dell’impronta digitale (più comodo del PIN che rimane un’opzione). Il blocco dello schermo è fondamentale perché permette un livello di sicurezza maggiore nel caso in cui si lasci il cellulare incustodito, se ne offra l’utilizzo ad un’altra persona o peggio ancora in caso di furto.
WhatsApp
È sicuramente l’app di messagistica più diffusa in Italia, di proprietà di Facebook. La maggior parte di noi ne fa largo utilizzo anche in campo sanitario. La commissione per la GDPR compliance della Commissione europea scrive:
Come nota di colore vi segnalo che su The Lancet, rivista medica tutt’altro che scandalistica, è descritto un caso di “WhatsAppitis”, una nuova patologia decisamente sorprendente!
Questa app di instant messaging è piuttosto diffusa. Un articolo molto ben fatto sulla sicurezza di Telegram può essere trovato a questo link. Secondo alcune fonti è GDPR conforme rimane però il fatto che non abbiamo informazioni certe su dove siano localizzati i suoi server. Permette di inviare messaggi che si distruggono a tempo però la società non rende open source i metodi di crittazione dei messaggi ed inoltre la crittografia End-to-End non è attiva per default, l’utente deve selezionarla nelle opzioni per inviare messaggi crittati. È facile trovare su Internet recensioni piuttosto critiche su questo software. Se volete approfondire le politiche della privacy in relazione a Telegram potete leggere la loro pagina ufficiale al riguardo.
Oltre alle 3 app esposte sin qui esiste una grande varietà di instant messaging apps, anche molto conosciute, come Viber, iMessage, Facebook Messanger, Wire, etc. ma, con l’esclusione di Threema, che non è gratuito ma è GDPR conforme, hanno caratteristiche sovrapponibili in vario modo a WhatsApp e Telegram.
Un discorso a parte meritano Threema e Kaizala.
Threema
Si tratta di una app studiata appositamente per essere conforme al GDPR. È sviluppata da una società svizzera ed è, al contrario di tutte le soluzioni che vi ho illustrato sinora, a pagamento. Ne esiste una versione business ed ha un bacino di utenti soprattutto nel mondo di lingua tedesca. I dati delle chat vengono memorizzati esclusivamente sui dispositivi che la utilizzano. Una minima quantità di informazioni (metadati) che servono a far funzionare il sistema sono memorizzati sui server dell’azienda in Svizzera secondo modalità molto stringenti di sicurezza.
Kaizala
Sconosciuta ai più è una app sviluppata da Microsoft con l’ottica di essere conforme GDPR e HIPAA. Nel nostro contesto quindi si pone come un’ottima soluzione per lo scambio di informazioni sanitarie e sensibili sia tra medico e paziente che tra sanitari in un contesto strutturato.
App di instant messaging per operatori medici ed operatori sanitari
Esistono numerose soluzioni nel campo sanitario per il Secure Messaging Apps (SMA) ed è possibile fare una confronto delle loro caratteristiche su diversi siti che potete facilmente trovare su Internet. Vi ho selezionato due di loro perché mi sono sembrate significative delle più moderne tecnologie che vengono espresse nel settore. I software che vado ad illustrarvi sono tutti GDPR ufficialmente conformi e gratuite per l’utilizzo personale.
Si tratta di una app di instant messaging creata appositamente per gli operatori ed i gruppi di lavoro della sanità. Al momento della registrazione vengono richieste una serie di informazioni per garantire che si è un operatore sanitario certificato. È una app gratuita per i singoli operatori ed i team ed è orientata al coordinamento di gruppi per la terapia, per poter espandere il proprio network professionale e per scambiare expertise tra colleghi in maniera molto efficiente. È possibile scambiare qualsivoglia tipo di informazione e fare telefonate crittate. Siilo è il maggiore network medico in Europa con circa 250000 utenti.
Vi segnalo di seguito un’interessante soluzione integrata per la gestione del flusso di informazioni nelle strutture sanitarie. La prima inoltre è installabile sui vostri smartphone solo come app di chat in sanità.
Ecco un’altra soluzione sicura per la collaborazione in sanità, certificata ISO27001:2017 (“è una raccolta di “best practices” che possono essere adottate per soddisfare i requisiti della norma ISO 27001:2005 al fine di proteggere le risorse informative” fonte: it.wikipedia.org)
In conclusione, fatta questa breve disamina del settore dello scambio di informazioni privacy sensibili utilizzando app per l’instant messaging possiamo concludere che i tempi sono decisamente maturi per fare scelte consapevoli non solo dettate dalla convenzione o dal “lo fanno tutti”. Nel settore sanitario la privacy è il cardine per non rendere le informazioni un potenziale prodotto di scambio commerciale o, peggio ancora, per la profilazione dell’individuo. In poche parole i dati sanitari non debbono entrare in politiche di marketing. In questo senso spetta al professionista della sanità operare le scelte più opportune al fine di proteggere le informazioni che veicola via Internet e non.
Siamo in piena epoca di mHealth (mobile Health), sfruttiamolo al meglio.
Nel momento in cui ho finito di scrivere quest’articolo è comparso un articolo del Wall Street Journal dal suggestivo titolo: “EU Restrictions Could Force Companies to Change Data Transfer Practices, Companies likely will take up more advanced encryption to comply with new guidelines”
(Le restrizioni [introdotte] dalla Comunità Europea potrebbero costringere le società a cambiare le modalità di trasferimento dei dati. Le società con tutta probabilità dovranno adottare modalità di crittazione più avanzate per essere conformi alle nuove linee guida).
Per contattare l’autore potete scrivere una mail a: comunicazione@cassagaleno.it
*Riccardo Bugliosi è medico, specialista in medicina interna. Esperto di Intelligenza Artificiale. Lavora nell’ICT in settori anche diversi dalla medicina. Ha pregressi studi in Fisica ed Ingegneria Elettronica. Le sue pubblicazioni scientifiche e di divulgazione sono facilmente reperibili sul web.
Galeno, in qualità di Titolare del trattamento dei dati, ti informa che su questo sito vengono installati, da noi e da partner da noi selezionati cookie per raccogliere ed elaborare dati personali dai dispositivi al fine di:
• garantirne il corretto funzionamento e la sicurezza e per analizzare in maniera statistica e anonima la navigazione sul sito per poterlo migliorare (Tecnici e strettamente necessari);
• mostrarti offerte commerciali personalizzate sulla base dei tuoi interessi, delle preferenze da te manifestate e della tua posizione (Offerte commerciali personalizzate);
• condividere informazioni e farti visualizzare sul nostro sito contenuti ospitati sui social network (Social media e condivisione dei contenuti).
Per l’installazione dei cookie tecnici e necessari non è richiesto il tuo consenso. Per gli altri, invece, puoi liberamente conferire, rifiutare e revocare il consenso all’installazione di tutti o alcuni dei sistemi di tracciamento e modificare le tue preferenze accedendo alla sezione “Impostazioni”. Visualizza Cookie policy
Questo sito utilizza i cookie per migliorare la tua esperienza durante la navigazione nel sito. Di questi, i cookie classificati come necessari vengono memorizzati nel browser in quanto sono essenziali per il funzionamento delle funzionalità di base del sito web. Utilizziamo anche cookie di terze parti che ci aiutano ad analizzare e capire come utilizzi questo sito web. Questi cookie verranno memorizzati nel tuo browser solo con il tuo consenso. Hai anche la possibilità di disattivare questi cookie. Tuttavia, la disattivazione di alcuni di questi cookie potrebbe influire sulla tua esperienza di navigazione.
I cookie funzionali aiutano a eseguire determinate funzionalità come la condivisione del contenuto del sito Web su piattaforme di social media, la raccolta di feedback e altre funzionalità di terze parti.
I cookie sulle prestazioni vengono utilizzati per comprendere e analizzare gli indici di prestazioni chiave del sito Web che aiutano a fornire una migliore esperienza utente per i visitatori.
I cookie analitici vengono utilizzati per capire come i visitatori interagiscono con il sito web. Questi cookie aiutano a fornire informazioni sulle metriche del numero di visitatori, frequenza di rimbalzo, sorgente di traffico, ecc.
I cookie pubblicitari vengono utilizzati per fornire ai visitatori annunci e campagne di marketing pertinenti. Questi cookie tracciano i visitatori sui siti Web e raccolgono informazioni per fornire annunci personalizzati.
I cookie necessari sono assolutamente essenziali per il corretto funzionamento del sito web. Questi cookie garantiscono funzionalità di base e caratteristiche di sicurezza del sito web, in modo anonimo.